Come tutti i grandi appassionati di ciclismo come me, ho
sempre vissuto con grande dolore la vicenda legata al caso di Marco
Pantani. Coloro i quali hanno fatto per tanti anni ciclismo a livello
agonismo, conoscono bene quali sono i sacrifici e la fatica che occorre per
arrivare a certi livelli, nel mondo del professionismo.
Marco per me ha sempre rappresentato quella parte di
ciclismo “pulita” fatta di tanto sacrificio, allenamento, fatica, classe,
insomma un campione vero, non un dopato, come ci vogliono far credere.
Lo abbiamo conosciuto per il suo grande altruismo,
la sua semplicità, ci ha sempre dimostrato di essere uno sportivo leale
ed un ragazzo umile nonostante la sua grande popolarità’.
Come molti sportivi anchio non sono mai stato convinto
della vicenda di Madonna di Campiglio il 5 giugno 1999 quando
trovarono il sui ematocrito ad un valore anomalo superiore al valore limite di
50, precisamente 53 quando la sera era tutto apposto e rientrava
tranquillamente nei limiti.
In questi giorni, sto
leggendo il nuovo libro “Pantani è tornato:” e trovo
che la riapertura del caso non e una casualità, Marco vuole aiutarci a capire,
vuole trovare finalmente un po’ di pace insieme alle tantissime
persone che hanno sempre creduto nella sua innocenza: spero tanto che si possa
trovare una verità quale che sia, tanti dubbi, troppe dettagli non sono
mai state prese in considerazione e’ stato archiviato il caso con una velocità
incredibile screditando in tutti i modi la sua persona la sua dignità di uomo .
A Campiglio hanno ucciso il campione, a Rimini l'uomo. Un
solo uomo ucciso due volte. "Tutti i ragazzi che mi credevano devono
parlare" esortava.
Voglio condividere con voi questa serie di video 1° parte e 2° parte e 3° parte una
trasmissione andata il 14 febbraio del 2014 a 10 anni dalla sua morte, a
cura del giornalista Davide Dezan, con la conduzione del Direttore di
Sportmediaset Claudio Brachino, "riapriamo" il "Caso Marco
Pantani"
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