Buonasera a tutti,
Questo e un diario e come tale a volte, mi piace raccontare un po' della mia vita, quella legata naturalmente allo sport che amo.
Quel giorno è stata la mia ultima vittoria 1989 avevo sedici anni “Trofeo Arena del Popolo di Vada” , sui 90Km totali ho percorso 75km sempre in fuga consumando talmente tanta energia fisica che sono arrivato esausto, infatti, una volta tagliato il traguardo, ero talmente distrutto dalla stanchezza che hanno dovuto prendermi in braccio due persone per non cadere a terra.
Nel pieno della mia adolescenza, della mia forza trascinato completamente dal quel mondo fatto di tanti sacrifici ma anche tante soddisfazioni sportive non e stato facile gestire lo studio.
Ricordo bene dopo cena, quando dovevo studiare, la stanchezza degli allenamenti massacranti prendeva il sopravvento e qualche volta, purtroppo mi addormentavo sui libri.
Per recuperare e cercare di conciliare le due cose, andavo a letto presto e mi svegliavo molto presto per cercare di recuperare quello che non ero riuscito a combinare la sera prima.
Purtroppo dopo quella stagione davvero importante contraddistinta da tante soddisfazioni, gli anni successivi, sono stati sempre un problema dietro l'altro, è iniziato un lento calvario, numerosi piazzamenti nelle prime cinque posizioni e problemi fisici che in nessun caso potevano essere risolti.
Nelle salite brevi ad un’intensità alta non avevo problemi, purtroppo invece in quelle più lunghe superiori ai dieci km affrontate a forte intensità, non riuscivo a spingere come volevo, il dolore era cosi forte che iniziavo a compensare solo con la gamba sinistra, il ginocchio e la caviglia non rispondevano, la gamba destra era come bloccata, a quel punto, dovevo limitare i danni rallentare, ed andare del mio passo, facendomi staccare dai miei compagni di corsa.
Dopo numerose visite svolte da ortopedici anche famosi, alla fine nonostante avessi trovato un compromesso e ridotto questo problema del 10/15% non era comunque la stessa cosa, i problemi fisici alla fine si ripresentavano e il calvario ricominciava, avevo la testa, l'attitudine, la capacita di soffrire, la determinazione per andare avanti, utilizzavo qualche trucco del mestiere ma ad un certo punto, il corpo non potete sostenere lo sforzo necessario per terminare le salite lunghe.
Tutta la dedizione, la costanza, i sacrifici che avevo fatto in dieci anni di attività agonistica sono stati inutili, alla fine, all’età di diciotto anni non era più il caso di andare avanti, e dopo due anni di sofferenza cercando di trovare delle soluzione, ho dovuto abbandonato la mia grande passione per la bici le competizioni agonistiche.
Questo sport "come tutti gli sport di resistenza", è particolare, quando sei a limite basta un piccolo inconveniente che pregiudica il risultato.
L’attività agonistica è una scelta importante, in quel momento quando sei così giovane all’età di dieci anni, non hai un’idea precisa di cosa farai da grande, hai solo un obbiettivo, riuscire a fare tutto quello che puoi, per resistere alle difficolta, il ciclismo e una scuola per la vita, a volte si sale, a volte di scende, ma alla fine si resiste e si combatte.
Tutto quello che faccio nella mia vita l’ho sempre affrontato ai massimi livelli, o tutto o niente o bianco o nero. Ovviamente mi rendo conto che questo approccio, puoi essere stato un limite, ma anche in qualche occasione il mio più grande alleato.
Adesso che sono arrivato vicino al mezzo secolo, ho incominciato a vedere le sfumature nella vita, la mia adolescenza e lo sport a livello agonistico svolto per così lungo tempo, mi hanno aiutato ad affrontare i momenti della vita problematici con la determinazione giusta per non farmi travolgere dalle situazioni più complicate.
Sono immensamente grato al mio babbo che mi ha fatto scoprire questo meraviglioso mondo.
Mi permetto di dare un consiglio ai giovani ragazzi, iniziate a fare sport da adolescenti, sarà una delle scelte più belle e gratificanti, un regalo che servirà nella vita di tutti i giorni per ottenere con tanto sacrificio quello che desideriamo.
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